In questo articolo viene proposta l’idea per un’immersione subacquea nelle splendide acque della neonata Area Marina Protetta di Capo Gallo – Isola delle Femmine (istituita mediante Decreto Ministeriale il 24 Luglio 2002).
Il luogo è facilmente raggiungibile con la macchina percorrendo da Palermo la statale 113 e, una volta arrivati al paese di Sferracavallo, dirigendosi alla volta della Punta di Barcarello.
Percorsa per una settantina di metri la strada sterrata che permette di inoltrarsi verso la punta si può posteggiare la macchina in corrispondenza della spiaggetta di ghiaia che si trova ad Est (il mare dista circa una decina di metri).
Il gruppo A.R.A. potrà essere montato vicino la nostra vettura e poi trasportato sulla riva dove completeremo anche la vestizione personale e, per chi la possiede, assembleremo la macchina fotografica o la videocamera.
Normalmente è consigliabile portare una bombola da 18 lt. che offre una riserva d’aria maggiore a fronte di un peso leggermente superiore.
Una volta pronti ed in acqua con la relativa boa di segnalazione nuoteremo verso la Punta di Barcarello (N-NW) tenendoci a una decina di metri dalla riva. Bisogna tenere in debita considerazione che vicino esiste una rimessa per natanti e pertanto la zona, nei mesi estivi, è particolarmente frequentata dai diportisti. Appena giunti in corrispondenza della parte terminale della punta, dopo una breve sosta in superficie per riposarsi dalla nuotata di circa 250 metri e per controllare un’ultima volta l’attrezzatura, potremo iniziare la nostra immersione su un fondale di circa 10 metri di profondità.
Inizialmente il paesaggio è tranquillo (a parte piccoli sprofondamenti o canyon colmi di ghiaia) con una lieve pendenza verso il largo e per 200 metri la batimetria degrada dolcemente fino a –18 dove vi è una brusca rottura di pendenza con un dislivello verticale di circa 2-3 metri. Poi, il fondale riprende a degradare dolcemente per un centinaio di metri fino alla profondità di 27-30 dove inizia una brusca discesa aspra e tortuosa fino a –41, per poi terminare su una piana sabbiosa che si perde nel blu immenso e profondo.
Sia nella prima rottura di pendenza che nella seconda (che comunemente vengono definite “gradoni”) è possibile individuare una forma paleogeomorgologica nota come “solco del battente”. Infatti queste due brusche cigliate, così in contrasto con il paesaggio circostante, non sono altro che la testimonianza lasciata dall’azione disgregatrice ed erosiva del mare che milioni di anni addietro occupava queste zone oggi completamente sommerse. In pratica in periodi glaciali in cui le calotte polari erano molto sviluppate e contenevano molto più ghiaccio di oggi (e quindi acqua immobilizzata e sottratta all’oceano) il livello marino era molto più basso (ed esattamente ubicato in corrispondenza dei “gradoni”).
Sia sul primo dislivello che sul secondo è possibile osservare forme di vita di ogni tipo come tordi, tordi fischietto, castagnole onnipresenti in folti branchi, viole, donzelle, re di triglie o coloratissimi anthias, gobidi e blennidi timidi, polpi e murene da sempre nemici, cicale anche di notevoli dimensioni, scorfani, ricciole, orate e così via.
Una ricchezza di forme e colori che mi ha fatto amare fin da giovane questo splendido angolo di Mediterraneo.
Per quanto riguarda gli invertebrati ancora oggi, dopo tanti anni, resto esterrefatto dalla moltitudine di specie riscontrabili anche in un solo metro quadrato. La bellissima spugna Phorbas tenacior che da pochi metri fino alla massima profondità accompagna i subacquei con il suo colore blu-celeste “occhieggiando” dagli anfratti riparati dalla luce solare.
Le gorgonie sia bianche che gialle segnalano come piccoli monumenti di vita pulsante il raggiungimento della profondità 15-18 metri le prime e 30 metri le seconde. Le spugne multicolori e le rosse colonie di briozoi Miryapora truncata, così simili a coralli, che tappezzano i “soffitti” delle piccole grotte o dei solchi del battente, sembrano quasi appartenere a un mondo lontano. Coloratissime colonie di madrepore Astroides calycularis di un intenso colore giallo-arancio sembrano quasi imitare le fiamme di un fuoco scoppiettante. I nudibranchi Flabellina affinis con le sue tonalità di viola e blu insieme a Discodoris atromaculata con le sue macchie marrone su fondo bianco, praticamente uscita da un quadro di Picasso, donano ad un acuto osservatore piccolissime pennellate di eccezionale vivacità e colore.
Timide cernie, purtroppo divenute così rare, con i loro occhi furbi e sospettosi ed aragoste dalle lunghe antenne possono allietare la nostra immersione nei momenti e nei punti più inaspettati.
Splendidi esemplari di Cerianthus dai colori vivaci (arancio, giallo cromo, verde, marrone) si nascondono nei luoghi più riparati ed accessibili solo ad un osservatore attento.
Nel periodo di Settembre, con un po’ di fortuna, è possibile incontrare la medusa Cassiopea (Cothyloriza tubercolata), dai colori giallo ambra e viola, con i suoi pescetti (sugarelli) che vi nuotano intorno e che si nascondono tra i suoi tentacoli tozzi e corti.
Insomma uno spettacolo assicurato che soddisferà anche il subacqueo più esigente (ammesso che non si pretenda di incontrare dei reef tropicali).
Nonostante la ricchezza di forme di vita bisogna sempre tenere d’occhio la strumentazione e non attardarsi troppo alla massima profondità (la soglia delle 100 atm segnerà il momento del ritorno).
La risalita sarà dolce come la discesa e questo garantirà una ulteriore margine di sicurezza.
Per ritrovare il punto di entrata basterà dirigersi, consultando la nostra bussola subacquea, verso S-SE seguendo la normale pendenza, questa volta positiva, del fondale.
Se all’andata avremo compiuto un tragitto abbastanza lineare, al ritorno dovremmo ritrovarci praticamente nei pressi di dove abbiamo iniziato l’immersione.
Complessivamente il livello di difficoltà dell’immersione proposta può essere considerato medio. Si potrebbe decidere di condurla anche in notturna e, allora, il livello di difficoltà sarebbe elevato e assolutamente sconsigliato a chi è alle prime armi. In ogni caso sia di giorno che di notte è preferibile farsi accompagnare da subacquei esperti della zona.
Testo e foto: Ferdinando Meli
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